Si parte da Only You dei Platters, che segna l’incontro e poi l’innamoramento dei suoi genitori: la mamma Elena ed il padre, il grande attore Antonio Casagrande.

la musica mi gira intorno “maurizio casagrande”

Una band dal vivo, con CLAUDIA COCò VIETRI al piano, GIUSEPPE DI MURO alle chitarre, ALESSANDRO D’ASCOLI al basso e SIMONE LANDI alla batteria, scandisce con le canzoni la storia di Maurizio.

Nato negli anni sessanta, Casagrande non ci fa mancare classici come Viva La Pappa o Vengo Anch’io, mentre ci racconta della sua nascita, della sua infanzia e della sua fanciullezza in una maniera davvero coinvolgente. Scorrono generose le foto di famiglia e le due cantanti, SAMANTHA SESSA e VALENTINA RUGGIERO, giovani quanto belle e talentuose, accompagnano con le loro voci i simpatici racconti dell’attore.

Ogni tanto, a “guastare” l’atmosfera, appare un tecnico di palco – interpretato da Peppe Fiore -, simpatico quanto bravo, che interagisce con Maurizio con grande affiatamento e maestria, offrendoci divertentissimi siparietti, in parte anche efficacemente improvvisati.

Maurizio Casagrande, “attore per caso”, come lui stesso confessa, nasce artisticamente come musicista: dopo aver iniziato con il pianoforte ed essere passato alla chitarra e poi al basso, capisce che il suo strumento ideale è la batteria: ci racconta dunque la sua adolescenza, vissuta negli anni settanta, scegliendo come colonna sonora brani rock dei Beatles, dei Pink Floyd, degli Eagles e dei Toto. E li suona tutti alla batteria.

Lo spunto per la storia deriva da una frase letta dallo stesso Casagrande mentre viaggiava in treno: “Un uomo senza passato è un uomo senza futuro”. Questa frase gli resta impressa fortemente e inspiegabilmente, dato che l’attore confessa di non ricordare di solito nemmeno cosa ha mangiato a pranzo, se gli viene domandato la sera stessa! La grande ironia di Casagrande, regista dello spettacolo e coautore insieme a Francesco Velonà, travolge così lo spettatore, che si trova in maniera naturale proiettato all’interno dello spettacolo e dei numerosi ricordi personali realmente vissuti dall’autore.

Ci racconta poi gli anni ottanta, con brani dell’epoca, come la sempre coinvolgente Andamento Lento ed il suo affacciarsi al mondo della recitazione, che man mano prende sempre più piede nella sua vita fino a considerarsi oggi la sua professione. E, passando in rassegna aneddoti legati ad alcuni suoi amori, si giunge negli anni novanta, che Casagrande ricorda con alcune canzoni di Zucchero.

Gran finale con Depende di Jarabe de Palo, per ricordare che il modo di guardare le cose dipende da ognuno di noi.

Bravissimo Maurizio Casagrande, ottimo attore, efficace autore, buon regista, una scoperta come musicista e artefice di uno spettacolo armonico, divertente e con una splendida colonna sonora che si fa gustare a tutte le età.

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